Il 2001 ha rappresentato una “pietra miliare” della nostra esistenza (mia e di Arihanna).

Se, infatti, nel 2000 raggiungemmo (F@R SrI) una certa “visibilità commerciale” come disegnatori 2D-3D/programmatori informatici con CAD e MAYA… nel primo semestre del 2001 iniziarono anche i problemi legati al “risvolto della medaglia” di questo inaspettato successo: i nuovi grandi progetti con importanti aziende private ed enti pubblici garantivano i pagamenti delle commesse ma con tempistiche molto dilatate, la  gestione dei collaboratori si faceva più ardua e i guadagni effettivi si riducevano progressivamente a causa degli investimenti necessari e per l’aumento della concorrenza dovuta alla maggior diffusione di PC/programmi.

Inoltre diveniva sempre più pressante la necessità di rispondere alle domande: «Avete 28 anni… cosa volete fare da grandi? Informatici o legali? Liberi professionisti o dipendenti? Dove? In Italia o in Bretagna?».

Così, come prima reazione alla situazione sempre più critica ci attivammo per diffondere con creatività i nostri curricula (in attesa della reazione del mercato) e aguzzammo l’ingegno per diversificare i prodotti/servizi offerti dal nostro Studio: per esempio iniziammo ad offrire consulenze amministrative ad architetti/ingegneri per gestire la partecipazione a bandi di gara europei (sfruttando l’elevato livello di conoscenza delle lingue straniere di Ary) e a sviluppare pagine web in html con animazioni in Flash! Ma elaborai anche progetti editoriali poi mai fatti decollare… anche perché a fine luglio 2001 accettammo di collaborare con una società del Gruppo SAI Assicurazioni e a settembre ci trasferimmo in Hoikos, la nostra casa di Pianezza. E tutte le risorse e le energie disponibili furono così assorbite altrove.

Un progetto editoriale sul quale puntavo molto era quello di editare e poi commercializzare un ALMANACCO: un volume di 200/250 pagine con periodicità annuale corredato di un complesso calendario (calcolato da me), spazi per le annotazioni personali del fruitore e un approfondimento tematico diverso per ogni edizione. Realizzai a livello di bozza stampata su volume unico le edizioni 2002, 2003 e 2004. L’approfondimento tematico del primo volume era centrato sul TEMPO e su come gli esseri umani l’hanno computato nei secoli.

Nel 2005 utilizzai poi il “calendario arboreo” che avevo elaborato nel 2001 dopo tante letture scientifiche e new-age (vivevo il mio periodo di approfondimento della “cultura celtica”) per determinare il computo del tempo per la “Gilda degli Esploratori Erranti” nel mondo virtuale “Le Terre di Kaladish” (Neverwinter Nights 1 online shard).

Riporto a seguire alcuni stralci del volume a ricordo di quel lavoro, che ora ho utilizzato come base per realizzare il nuovo calendario degli Esploratori Erranti nel mondo reale e nella mia ambientazione medieval-steampunk-fantasy “MondOltre” (cui dedicherò prossimamente un nuovo articolo sul blog).

(Nota Febbraio 2024)



Il Calendario Celtico degli Alberi [1]

Nonostante non vi sia alcuna fonte storica certa, è facile trovare come “Calendario Celtico”, in moltissime pubblicazioni, un elenco di mesi associati ad alberi di stagione. Forse i Celti tendevano a collegare le diverse lunazioni con gli alberi ad esse contemporanei, ma non c’è alcuna certezza. Indubbiamente sarebbe comunque errato ignorare che i Celti riconoscevano e caricavano di simboli lo strettissimo rapporto fra fasi lunari e flora.

Il popolo Celtico teneva in alta considerazione tutto il regno naturale ed il principio fondamentale del pensiero druidico era mantenere l’equilibrio tra l’Uomo e la Terra in modo da non perdere mai il contatto con l’Altromondo e gli Dei. Il paradiso dei Celti, infatti, non si trovava solo in una dimensione ultraterrena ed irraggiungibile per noi mortali, ma anche sulla terra stessa, dove spesso il mondo dei mortali entrava in contatto con il regno delle Fate, con il mondo degli spiriti e con il paradiso celtico in alcuni luoghi speciali, in alcuni momenti particolari. I momenti erano naturalmente le 8 Sacre Feste Celtiche, ma anche l’alba ed il crepuscolo che, nella tradizione celtica, erano momenti magici per eccellenza. I luoghi, erano classificabili in 2 tipi: i Power Spots ed i Sacred Sites. Questi luoghi erano spesso collegati da ley lines (o leys), linee che secondo alcuni sono pervase di energia elettromagnetica.

Gli alberi, con ogni probabilità, erano gli elementi naturali che i Celti tenevano in più alta considerazione. Con le loro parti (radici, tronco, rami) potevano rappresentare molti concetti della tradizione celtica: le 3 parti dell’uomo (spirito, corpo, mente), i 3 volti della Dea (vergine, madre, saggia).

Le stesse lettere dell’alfabeto Ogham avevano nomi di alberi. Questo sistema di scrittura runico, inciso su tavolette o pietre, era un alfabeto segreto che comprendeva solo la casta druidica, dove ogni lettera aveva un’infinità di significati. Essendo l’Ogham una scrittura molto semplice e basilare, si prestava anche alla comunicazione segreta: quando la gente comune non riusciva a comprendere come facevano i druidi a consultarsi senza emettere una sola sillaba, attribuivano loro doti telepatiche, in realtà, il più delle volte, essi comunicavano gestualmente imitando con le dita le rune dell’Ogham.

Uno dei primi studiosi delle tradizioni celtiche a riportare a galla l’idea di un calendario degli alberi celtico (verso gli anni cinquanta) fu lo storico-scrittore-poeta Robert Graves, inglese ma di origini gallesi. Lo studioso venne a conoscenza, per la prima volta, dell’alfabeto oghamico (come scrive nel suo “The White Goddess”) nel manoscritto, del diciassettesimo secolo, Ogygia del bardo Roderick O’Flaherty, che, a sua volta, aveva messo per iscritto il sapere, quantomeno secolare, di Duald Mac Firbis, il bardo della famiglia degli O’Briens.

Graves, a differenza di altri storici dell’epoca che ritenevano O’Flaherty poco attendibile, non solo approfondì lo studio dell’Ogygia, asserendo che l’autore stava registrando una tradizione druidica genuina risalente almeno fino al tredicesimo secolo, ma asserì anche che, con molta probabilità,  l’alfabeto Beith-Luis-Nion di O’Flaherty era strettamente collegato con il poema assai più antico (del VI sec.) “Cad Goddeu” (“la Battaglia degli Alberi”) del bardo gallese Taliesin.

Nell’opera di Graves [2] le 25 lettere dell’alfabeto Ogham sono via via abbinate ad un determinato periodo dell’anno. I mesi lunari sono approssimati a 28 giorni e associati ad una consonante dell’alfabeto Ogham. Resta solo un giorno vuoto, il 23 dicembre, conosciuto come “il segreto della pietra grezza”: da qui si iniziano a contare i 13 mesi lunari e si fissano le 8 festività.

  Nome                    Nome                             Data Gregoriana

 Celtico:                 albero:                            approssimata :

 

  Beith                    (Betulla)                       24 Dic-20 Gen

  Luis                      (Sorbo)                         21 Gen-17 Feb

  Nion                     (Frassino)                    18 Feb-17 Mar

  Fearn                   (Ontano)                      18 Mar-14 Apr

  Saile                     (Salice)                         15 Apr-12 Mag

  Huath                  (Biancospino)            13 Mag- 9 Giu

  Duir                      (Quercia)                     10 Giu- 7 Lug

  Tinne                    (Agrifoglio)                 8 Lug- 4 Ago

  Coll                        (Nocciolo)                    5 Ago- 1 Set

  Quert                    (Melo)                           1 – 2 Set [3]

  Muin                     (Vite)                             2 Set-29 Set

  Gort                      (Edera)                         30 Set-27 Ott

  Ngetal                  (Canna o Felce)          28 Ott-24 Nov

  Straif                    (Prugnolo)                   24 – 25 Nov 1

  Ruis                      (Sambuco)                   25 Nov-22 Dic

 

23 Dicembre: Segreto della Pietra Grezza (Tasso)

Solstizio Inverno: Ailm (Abete argenteo)

Solstizio Estate: Ur (Erica)

Equinozio Primavera: Ohn (Ginestra spinosa)

Equinozio Autunno: Eadha (Pioppo tremulo)

Da allora iniziarono a venire alla luce svariati calendari celtici, tutti più o meno diversi. Con ogni probabilità, se non si può essere sicuri dell’esistenza o meno di un calendario arboreo celtico, si può essere quasi certi che, allora come oggi, alcuni alberi assumevano in alcuni periodi dell’anno ruoli importanti. L’abete e il vischio natalizi sono solo alcuni degli esempi più evidenti di un ricordo pagano ancora vivo e vegeto nell’inconscio collettivo.

Oggi sono facilmente reperibili almeno 4 tra i calendari celtici più in uso del revival druidico:

  • il calendario di Carol Carnac (neo-druido francese), che associa un albero e un segno zodiacale ad un periodo di ogni 10 giorni;
  • il calendario di Michael Vescoli, il quale indica 19 alberi ognuno dei quali associati a 18 giorni dell’anno, 9 nei mesi estivi e 9 nei mesi invernali;
  • due calendari con in comune il sistema di suddivisione del tempo: il calendario di Robert Graves e il calendario di Liz & Collin Murray.

Entrambi fanno riferimento al sistema runico dell’Ogham e suddividono l’anno in 13 mesi lunari, ma si differenziano nell’abbinamento delle rune oghamiche ai rispettivi mesi. Graves indica l’inizio dell’anno celtico dopo il Solstizio d’Inverno e abbina quindi la prima runa oghamica (Beith) al 24 Dicembre. Secondo i Murray questo non è giusto in quanto l’inizio dell’anno celtico è segnato dalla festività di Samhain, osservata il 1° novembre. Perciò l’ubicazione giusta della runa Beith è il 6° giorno di luna crescente (questo è il periodo in cui iniziavano i mesi celtici) più vicino al 1° novembre.


NOTE

[1] Fonte: http://digilander.iol.it/ungamunga2/irlanda_alfabeto.htn di Draenen Wen

[2] Graves, Robert. 1966. The White Goddess. 2nd, enlarged edition. Farrar, Straus , New York.

[3] In quasi tutti i testi questi due simboli Ogham sono associati a giorni di riposo.